50 di questi Natale


Siamo qui, di fronte al camino. Sembriamo venir fuori da una scena di un vecchio film. Sembra di stare a casa di Kevin che ha perso l'aereo. L'albero di natale alto un metro e novanta, il fuoco che arde e ci riscalda, un presepe con Maria e Giuseppe più Buddha sulla riva del lago. Siamo un gruppo di amici dai 20 ai 40 anni. Un gruppo che beve vino ascoltando l'ultimo cd di Gianna Nannini.

E improvvisamente ci viene alla mente quel tempo lontano (ma mai troppo distante) in cui qualcuno di noi mancherà all'appello, perché magari ha deciso di tagliare la corda ed abbandonare l'Italia o perché non c'è più. Ci salta in testa di immaginarci anziani, a 60 o 70 anni (ma l'età media si è allungata, dunque a sessanta non ancora si è vecchi!).

E ci viene da pensare che... questa società ci ha praticamente fregato. E già posiamo i calici a terra e abbassiamo un poco il volume dello stereo.

Un giorno avremo bisogno di una mano per uscire dalla vasca o per fare tre rampe di scale. Caspita, uno pensa: "ma di che parli, mo? A Natale?".

Però è vero, eh! Un giorno potremmo voler andare in giro mano nella mano o sotto braccio per il centro, e non è mica facile arrivare al parcheggio della stazione, se non c'hai tempo di fare almeno tre pause. Pensiamo, pensiamo. Alla fine, dalla casa di mamma ho perso l'aereo ci ritroviamo catapultati in un salotto di provincia, e ci sembra che il peso dei piani superiori del palazzo si appesantisca sulle nostre spalle.


  • "Ma tu lo sai che tanta gente ha paura di restare sola? Va proprio in depressione
  • "Scusa eh, ma io non li voglio i figli, sarò donna ma l'istinto materno non ce l'ho"
  • "Ma che c'entra, mo tutte le donne hanno l'istinto materno? Ma vattene va"
  • "Comunque io si, ho paura di stare da solo. Chi ci resta con me fino a che so vecchio?"
  • "Tu ci resti con me, quando sarò un vecchietto?"
  • "Che scemo che sei, certo. Dammi un bacio"
  • [Smak Smak]








E' vero: questa società ci ha fregato (tutti). E' pieno di ragazze che a 35 anni si affrettano a sposarsi: non è il caso di restare "zitelle"! E' pieno di uomini che fino ai 40 vanno a ballare, poi si ricordano che è assolutamente il tempo di andarsi a sposare. Ce ne sono tante di storie, drammatiche quanto bizzarre, di eterosessuali che si cacciano nei guai o magari si sposano come si fa con un'assicurazione per il futuro, e mettono le corna all'altro per tutta la vita.


Fatto sta, ecco, che la società italiana è fatta così: o ti sposi o sei fuori. O fai figli o sei fuori. Una persona è libera di non sposarsi e di non fare figli, ma son fatti suoi se decide di dare uno strappo alle regole. Qualcuno di noi dice che è questo il motivo per cui gli omosessuali devono conquistare sto benedetto matrimonio. Altri presenti in salotto dicono che invece no. Spiegano: è li che sbagliano. Sbagliano quando, terrorizzati dalla solitudine dei numeri primi, si affrettiamo a rincorrere la struttura che da secoli soffoca l'umanità.


Alla fine arriviamo al dunque: non 100 di questi Natale (che altrimenti dentro sto salotto non rimane nessuno), ma cinquanta si. E se 50 dovranno essere, vogliamo che alle vecchiarelle e i vecchiarelli che saremo venga disposto un luogo dove ricordarci dei nostri amori e delle nostre sconfitte.


Fra una battaglia di civiltà e l'altra, il nostro spazio ricreativo lo vogliamo davvero. E non sarà una casa di riposo, riposo un corno. Ci sarà ancora Gianna Nannini a palla, e col girello non andremo al bagno, ma a ballare il rock! "Zitelle e Scapoloni" che non siamo altro, pure se c'abbiamo il fidanzato.






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