Essere o APParire


Le foto della nuova interfaccia si presentano così, e lasciano spazio a una riflessione.


da: www.grindr.com/new


Che le piattaforme di incontro siano orientate verso le massime categorie è noto. Eppure se il tentativo di categorizzazione si fa più forte e viene accettato passivamente, senza considerarne le conseguenze, è bene fermarsi un attimo.


Quella della categorizzazione è sempre stata una via d'uscita preferenziale. Risolvere situazioni ambigue e affrontare problemi di ogni tipo è più semplice se ci si avvale della facoltà di legare la realtà ai giudizi mentali, per tenerla a bada. Tuttavia, la categorizzazione è una piaga che lentamente spinge a conformarsi a un modello dal quale difficilmente ci si può liberare.



L'applicazione in questione mostra una lista di "gruppi di riconoscimento" come bears (orsi), twinks (ragazzi giovani, snelli e glabri), muscle (muscolosi), jocks (aderenti allo stereotipo dell'uomo atleta).

Nulla di strano, qualcuno direbbe.  Eppure basta pensare che dal vecchio msn si è passati a una lista di facce con l'indicazione della distanza metrica. A pari passo con la digitalizzazione della vita quotidiana (che ha sostituito gli abbracci ai tweet), Grindr ha spinto milioni di persone a cercare il ragazzo più vicino a se, ovunque ci si trovi, per cogliere l'attimo.

Gradualmente si è fatta strada una certa tendenza a conformarsi per meglio rappresentarsi e farsi rappresentare. E con questa nuova frontiera ci faremo i conti tutti, nessuno escluso (chi in modo meno problematico, chi con maggiore resistenza). Aderire a un'immagine sociale, per meglio assecondare il punto di vista dell'altro o meglio rientrare in una possibile categoria, porta gradualmente a una depersonificazione e a un baratto della propria (vera) identità con quella che i più richiedono.




A: Ciao, da dove?
B: Da Roccacannuccia, te?
A: Da Roccavattelappesca, foto?
B: Photo sent (foto inviata ad A)
A: Non sei abbastanza muscle, mi spiace.


Al "muscle" potete sostituire "bear", "twink", "ginger", "bottom", "stocky" ed una marea di altri termini che sono ormai entrati a far parte del nostro vocabolario mentale e quotidiano grazie alle "intelligentissime" app di cui ci avvaliamo. Sempre verso una maggiore prigionia.

Finiremo per innamorarci di immagini e simboli, dimenticando la realtà.


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